Chiunque sia riuscito a
scalare marcia rivela che faceva
qualcosa con passione e con consapevolezza: era pronto a grandi sacrifici, a
grandi rinunce ma non aveva identificato il proprio lavoro con se
stesso. L’importate è il cammino, non la meta. Facile identificarsi con essa e
una volta raggiunta. Facile fermarsi lì.
In una confort zone dove tutto ciò che facciamo è un
automatismo che per quanto impegnativo garantisce il successo. Che alla fine
diventa una droga. La curiosità invece è la vera droga di chi sceglie il
cambiamento e capisce che la strada è terminata, la meta raggiunta e può
ricominciare da capo incamminandosi su un altro sentiero. Anzi non vede l’ora di iniziare il nuovo cammino, non
sta più nella pelle. Perché la curiosiotà è la molla che spinge il cambiamento.
Così, all’improvviso il nuovo cammino appare a chi vuole vederlo e l’orrizzonte si allarga. E solo allora si
capisce che eravamo noi a restringerlo.